#PerNonDimenticareChiÈStato?

Pietro Palau Giovannetti

Un esempio di coraggio civile

È uno spirito libero. Il suo più grande sogno è quello di tanti; una Giustizia pulita, super partes, libera dalle massomafie e dagli interessi dei partiti di governo e di falsa opposizione. E’ tra i padri fondatori del Movimento per la Giustizia Robin Hood e di Avvocati senza Frontiere. ONLUS che dalla metà degli anni '80 si adoperano per il rispetto dei diritti umani contro ogni forma di abuso nei confronti dei soggetti più deboli, anche da parte della magistratura di regime. Nel 1986 fonda il Comitato per i Diritti dei Cittadini, denunciando per primo con grandi manifesti che la mafia a Milano aveva messo le mani sulla città, inquinando il regolare corso della giustizia, attraverso la costituzione di comitati d’affari, volti a sovvertire la legalità, mediante ingerenze di logge massoniche e parareligiose e la collusione di intranei a partiti, magistratura, forze dell'ordine, Partendo dalle speculazioni edilizie nel centro storico e nei quartieri urbani ho svelato le commistioni di interessi tra palazzinari in odore di mafia, potere politico, giudiziario e amministrativo, subendo continue minacce, intimidazioni e ritorsioni paralegali.

Pietro Palau Giovannetti ha subito
oltre 750 procedimenti penali

A fronte di tali pioneristiche attività di denuncia, l’Associazione e la sua famiglia subiscono un’incessante azione persecutoria, forse senza precedenti nella storia del diritto, da parte della DIGOS e dei settori più retrivi della magistratura legata alle lobby, tanto da venire più volte fatti oggetto di illegali fermi di attivisti, sequestri, perquisizioni e irruzioni senza mandato nella sede della ONLUS. E, più recentemente, di una campagna di discredito da parte di taluni media controllati da gruppi di pressione e partiti, tra cui in particolare, Il Giornale, Libero, il Corriere della Sera, la Stampa.

Dal 1987 dirige lo sportello S.O.S. GIUSTIZIA, raccogliendo le denunce di cittadini vittime di abusi, da parte di pubblici funzionari, magistrati e avvocati infedeli. Attività che ha dato vita a “Mani Pulite", raccogliendo oltre 250.000 firme a sostegno della lotta alla corruzione e alle mafie. Nel corso degli anni segue oltre 10.000 casi, costituendosi in giudizio, come Associazione no profit, nei processi di maggiore rilevanza sociale, a tutela di interessi diffusi. Da ultimo, a Vallo della Lucania, nei confronti dei medici e infermieri che colposamente provocarono la morte di Franco Mastrogiovanni, legandolo mani e piedi al letto di contenzione, per oltre 86 ore, durante un trattamento sanitario obbligatorio. Condanna di recente confermata dalla Cassazione, grazie all'impegno di Avvocati senza Frontiere.

La sua figura è stata paragonata a quella del pacifista Danilo Dolci

Nel 1992 viene illegalmente dichiarato fallito per l’irrisoria somma di € 516 attuali, pur avendo poco prima rifiutato un assegno da 1,5 miliardi di vecchie lire, che consegnava ai P.M. del pool milanese, denunciando già anni prima il tentativo di mettere a tacere le sue denunce sul racket dei fallimenti e delle aste giudiziarie, nei confronti dei più alti vertici del Tribunale e della G.d.F. di Milano.

Nel 1993, sulla scorta di tali denunce viene accusato dall'allora Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Cerciello e dall’ex Presidente del Tribunale di Milano Diego Curtò, di “diffamazione e calunnia”, venendo dapprima preso per "visionario", fino al loro arresto e alla definitiva condanna per fatti di corruzione, quest’ultimo in relazione alle tangenti Enimont e al lodo Mondadori.

Nel 1997, l’Associazione patrocinata dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra e l'UNESCO di Parigi, promuove la mostra umanitaria "Pittori contro la guerra", cui aderiscono le maggiori Accademie di Belle Arti, Provincia Milano, Regione Lombardia, UNICEF, Commissione Europea, Alitalia, Governo della Croazia e oltre 400 artisti da tutto il mondo. Mostra poi smantellata con violenza e minaccia dalla Polizia Municipale, mandata dal Sindaco di Milano, che pretendeva senza titolo il rilascio dei locali di Via Dogana 2, sede storica dell'Associazione.

Nel 1999, grazie alle sue denunce, il Movimento per la Giustizia Robin Hood, viene riconosciuta come ONLUS, in forza di due sentenze del TAR Lombardia, una per “obblighi di fare", costringendo Comune di Milano e Regione Lombardia ad iscrivere l’Associazione nel Registro del Volontariato.

Come per il caso Tortora non si tratterebbe soltanto di salvaguardare una persona onesta da una ingiusta carcerazione

Dal 1999, è Direttore responsabile del giornale on line www.lavocedirobinhood.it - periodico a carattere tecnico-professionale, registrato presso il Tribunale di Milano, i cui articoli diffusi ad oltre 50.000 utenti, tra cui magistrati, avvocati, giuristi, imprenditori e giornalisti.

Il 28 ottobre 2000 l'Associazione è insignita per le sue attività umanitarie dell'alto riconoscimento dell'O..N.U. "Thanksgiving for Peace", in occasione della giornata mondiale delle Nazione Unite, svoltasi a Milano con l'alto Patronato della Presidenza Repubblica. Nel 2011, la Fondazione Kennedy of Europe, nella pubblicazione "Speak Truth To Power: Coraggio Senza Confini”, paragona l’attività di Avvocati senza Frontiere a quella di Vera Stremkovskaya, avvocatessa bielorussa perseguitata dalle Autorità governative per le sue attività in difesa di soggetti ritenuti scomodi: manuale ove vengono indicati i difensori dei diritti umani di ieri e di oggi che stanno cambiando il mondo con mezzi pacifici. Nonostante sia stato prosciolto in oltre 350 procedimenti da ogni accusa per pretesi reati ideologici, scaturenti dalle sue stesse denunce (circa 1000), mai nessuna indagine è stata svolta in suo favore e della ONLUS, trasformando le parti lese vittime di abusi in “diffamatori seriali”.

Lo scorso 28/10/2017, viene tratto illegalmente in arresto all'aeroporto di Atene, mentre si accingevo a rientrare a Milano, venendo scarcerato pochi giorni dopo dalla Corte d'Appello di Atene, che dava atto trattarsi di un lieve reato fallimentare risalente ad oltre 25 anni prima, privo di qualsiasi allarme sociale, per cui non si sarebbe neppure dovuto emettere mandato arresto europeo. Sennonché l’A.G. italiana richiedeva nuovamente l'arresto in carcere, emettendo un secondo mandato europeo, questa volta per fatti risalenti a 27 anni prima (calunnia nei confronti di avvocati di Milano) Dopo 6 mesi di ingiusta detenzione, in accoglimento dell'incidente di esecuzione, viene finalmente scarcerato dalla Corte d’Appello di Milano, dandosi atto che le condanne eseguibili ammontano a poco più di due anni, per cui aveva diritto alla sospensione della pena, come qualsiasi altro cittadino.



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